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Il Teatro Stabile di Genova, fondato nel 1951 è di fatto il secondo Teatro Stabile d’Italia, dopo il Piccolo di Milano. Il suo nome di battesimo è proprio Piccolo Teatro della Città di Genova e fin dalle prime stagioni e soprattutto a partire dagli anni Sessanta, il Teatro ha rivelato la sua grandezza divenendo uno dei cardini culturali e sociali non solo della propria città ma della storia del teatro italiano.
Il suo primo direttore è stato Nino Furia, affiancato con il ruolo di condirettore o di direttore artistico da Roberto Rebora, poi da Camillo Pilotto e quindi da Giannino Galloni. Dal 1955 al 2000, sotto la direzione di Ivo Chiesa, (con Luigi Squarzina condirettore dal 1963 al 1976) il Teatro vive una costante ascesa non solo a livello nazionale. Dal 2000 al 2014 la direzione è passata a Carlo Repetti, con Marco Sciaccaluga nelle vesti di condirettore, mentre dal 2015 il Teatro è stato diretto da Angelo Pastore, con Marco Sciaccaluga come consulente artistico e regista stabile. Proprio sotto la direzione di Pastore avvengono due eventi decisivi: nel gennaio del 2018 il Teatro Stabile di Genova si unisce al Teatro dell’Archivolto dando origine ad un unico soggetto; nel marzo 2018 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali riconosce il nuovo soggetto come Teatro Nazionale che dunque assume il nome di Teatro Nazionale di Genova.
Dopo gli inizi nelle sale del Teatro Duse e del Politeama, con la cessione di quest’ultimo a privati, viene costruita nel 1991 la nuova sede istituzionale: il Teatro della Corte, presso Corte Lambruschini, una grande sala moderna nel cuore del centro cittadino, dove sono andati in scena gli spettacoli, prodotti o ospitati, di maggiore peso e complessità. Dalla stagione 2000-2001, il Teatro Stabile si è dotato della Piccola Corte, un anfiteatro agile e trasformabile, capace di 250 posti che viene montato sul palcoscenico del Teatro della Corte per accogliere gli spettacoli della Rassegna di drammaturgia contemporanea che, giunta alla 24° edizione, è divenuta col tempo un appuntamento immancabile per scoprire i nuovi autori e le ultime tendenze in campo di scrittura per il palcoscenico.
Nel corso della sua storia, il Teatro Stabile di Genova è diventato un presidio artistico dalla forte vocazione produttiva e un ambasciatore dello spettacolo e della cultura italiana nel mondo: fino a dicembre 2017 ha prodotto 383 spettacoli, 132 su testi italiani e 251 su testi stranieri.
Non solo di spettacoli è fatta una stagione: ad un cartellone ricco e variegato lo Stabile di Genova ha sempre associato tante iniziative culturali (rassegne, convegni etc…) come il ciclo di incontri intitolato Le Grandi Parole. Proposto con costante successo per 20 stagioni, il ciclo affrontava e analizzava un tema fondante della nostra cultura con l’aiuto di esperti del settore e di grandi interpreti della scena italiana.
Il pubblico presente agli spettacoli prodotti dal Teatro Stabile di Genova, in sede e in tournée, ha oscillato costantemente fra le 150.000 e le 200.000 presenze per stagione a cui vanno aggiunti i dati sulle affluenze agli spettacoli ospitati in sede.
Alle recite in sede si aggiungono le tournée: il Teatro Stabile di Genova ha recitato in oltre 300 città italiane mentre sono più di 60 le città estere fra Europa, America del Nord, del Centro e del Sud, per un totale di 23 nazioni. Gli episodi di spicco sono legati alla presenza del Teatro nei cartelloni dei Festival europei più prestigiosi (quattro volte a Parigi al Théâtre des Nations e al Théâtre d’Europe, quattro volte al Festwoche di Zurigo, due volte all’Holland Festival e poi al Festival di Edimburgo, a quello di Avignone, alla World Theater Season di Londra, al Festival Cervantino in Messico), nelle cinque tournée a Mosca, a Leningrado e in Paesi dell’Est Europa, nella tenitura eccezionale per uno spettacolo straniero a New York (33 recite), nell’aver visitato in una sola estate Stati Uniti, Canada, Argentina, Brasile, Cuba, Messico, Perù, Uruguay, Venezuela.
La Compagnia del Teatro Stabile di Genova è stata contrassegnata dalla presenza di grandi protagonisti della scena italiana che, affiancati da altri attori anche di primo piano, ha contrassegnato periodi molto significativi della storia del teatro ligure: Enrico Maria Salerno, Valeria Valeri, Tino Buazzelli e Gastone Moschin negli anni Cinquanta; Alberto Lionello, Lina Volonghi, Omero Antonutti ed Eros Pagni negli anni Sessanta e Settanta, quando lo Stabile gestì anche il Teatrino di Piazza Marsala, dove agirono anche alcuni protagonisti dell’avanguardia teatrale quali Carlo Quartucci, Giancarlo Nanni, Leo De Berardinis.
Negli anni Ottanta tornarono a Genova anche Ferruccio De Ceresa ed Elsa Albani, ricoprendo ruoli di primo piano negli spettacoli dello Stabile. A partire dagli anni Novanta, ha inizio la fondamentale collaborazione con Mariangela Melato (dal 2013 la Scuola di Recitazione è intitolata a lei) proseguita per circa vent’anni con successi indimenticabili come Fedra, Il lutto si addice ad Elettra, Un tram che si chiama desiderio, La dame de chez Maxim e tanti altri. Se Mariangela Melato è stata a lungo la prima attrice, il corrispondente maschile ha il volto e il talento di Eros Pagni, protagonista assoluto del teatro italiano e di tante produzioni del Teatro Stabile di Genova fra cui vanno citate almeno Tito Andronico, Morte di un commesso viaggiatore, Re Lear, L’illusione comica, Il sindaco del rione Sanità. Molti di questi spettacoli hanno ottenuto i premi più importanti dalla critica italiana, così come il loro protagonista.
Non pochi sono stati anche le guest star, scelte dallo Stabile fra le più importanti della scena nazionale: da Monica Vitti a Lea Massari, da Giorgio Albertazzi a Vittorio Gassman, da Gabriele Lavia e Glauco Mauri ad Adriana Asti, e molti altri ancora.
Quanto ai registi, accanto alle presenze fisse, prima di Luigi Squarzina e oggi di Marco Sciaccaluga, troviamo fra gli italiani Orazio Costa, Gianfranco De Bosio, Egisto Marcucci, Walter Pagliaro, Elio Petri, Luca Ronconi, Franco Zeffirelli, Maurizio Scaparro, Guido De Monticelli, Valerio Binasco, Filippo Dini e Antonio Zavatteri.
Altrettanto prestigiose le collaborazioni con registi stranieri come William Gaskill e Terry Hands. Negli anni Ottanta sono state significative e formative le collaborazioni con maestri quali Otomar Krejča, (presente per tre stagioni consecutive), Benno Besson, Alfredo Arias, Matthias Langhoff (ciascuno per tre spettacoli) e Peter Stein; in tempi più recenti sono state realizzate due produzioni con Marcial Di Fonzo Bo (Comédie de Caen) ed una con Irina Brook (Théâtre National de Nice).
Il Teatro dell’Archivolto è stato fondato nel 1986 a Genova da Giorgio Gallione, giovane regista formatosi alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova, e Pina Rando, che muove i primi passi come organizzatrice teatrale. I due – che dirigeranno la compagnia per più di trent’anni, sino all’unione con il Teatro Stabile di Genova – offrono subito agli spettatori una nuova dimensione, al di fuori dal teatro tradizionale ma distante anche dalla sperimentazione teatrale di quegli anni. Chiamano a lavorare con loro alcuni giovani attori diplomati alla Scuola dello Stabile – Marcello Cesena, Maurizio Crozza, Ugo Dighero, Mauro Pirovano e Carla Signoris (poi conosciuti come I Broncoviz) – oltre a Gabriella Picciau e Giorgio Scaramuzzino. Sin dalle prime produzioni, che segnano anche l’inizio della lunga collaborazione con Paolo Silvestri, musicista e compositore, e Guido Fiorato, scenografo e costumista, il Teatro dell’Archivolto assume un indirizzo artistico ben delineato, muovendosi con intelligenza nei territori del teatro comico e musicale (un primo esempio è L’incerto palcoscenico – varietà protodemenziale, 1987) e parallelamente del teatro ragazzi. Giorgio Gallione non mette in scena testi teatrali già esistenti ma li crea ad hoc per la compagnia, trasformando in teatro ciò che inizialmente nasceva come letteratura, cinema, fumetto. Una fonte di ispirazione significativa è la “leggerezza pensosa” di Italo Calvino, sui cui testi si basano diversi spettacoli, da Angeli e soli (1989), definitiva consacrazione dell’ensemble genovese a livello nazionale, a Il mare in un imbuto (1996) e Cosmica luna (2005).
La storia del Teatro dell’Archivolto è segnata da alcune importanti partnership artistiche, scaturite da quelle che si potrebbero chiamare affinità elettive. Così nel 1992 con Il bar sotto il mare, adattamento teatrale dell’omonimo libro di racconti, si inaugura il sodalizio tra l’ensemble genovese e lo scrittore Stefano Benni, che nel 1995 scrive per la compagnia Amlieto ovvero il Principe non si sposa. Tra le altre produzioni che si avvalgono di testi di Stefano Benni ricordiamo Pinocchia (2000) con Angela Finocchiaro e La misteriosa scomparsa di W con Ambra Angiolini (2010). Ma gli anni Novanta portano un altro incontro fondamentale, quello con Daniel Pennac. Dal dialogo con lo scrittore francese nascono numerosi spettacoli, a partire da Monsieur Malaussène (1997), che dà il via alla collaborazione tra l’attore Claudio Bisio e Giorgio Gallione, sino a La lunga notte del Dottor Galvan (2006), con protagonista Neri Marcorè, altro attore che lavorerà spesso nelle produzioni del Teatro dell’Archivolto. Fertile anche il rapporto con Michele Serra: suoi i testi degli spettacoli Peter Uncino con Milva e David Riondino (2001), I bambini sono di sinistra (2003) con Claudio Bisio, Italiani, italieni, italioti con Ugo Dighero e la Banda Osiris (2009), Father and son ancora con Claudio Bisio (2015).
Nel 1997 il Teatro dell’Archivolto, dopo avere curato una complessa opera di restauro, riapre il Teatro Gustavo Modena, vero gioiello architettonico ottocentesco, facendone la propria sede. Da quel momento in poi la compagnia diretta da Pina Rando e Giorgio Gallione, insieme a i propri spettacoli, che continuano a girare l’Italia con grande successo, inizia a promuovere stagioni teatrali che danno spazio al teatro civile, alla danza, al comico d’autore, al jazz. Nel 2001 con l’inaugurazione della Sala Mercato – ricavata da un vecchio mercato comunale con un intervento di riqualificazione urbana – le attività si ampliano ulteriormente con incontri, laboratori, corsi di formazione per insegnanti, rendendo il Teatro dell’Archivolto un presidio culturale di cruciale importanza per il quartiere di Sampierdarena. In questi anni avviene anche l’incontro con Altan, da cui nascono i popolari spettacoli sulla Pimpa, mentre l’attenzione rivolta al pubblico delle famiglie si consolida ulteriormente grazie al lavoro di Giorgio Scaramuzzino, che come regista e attore dà vita a spettacoli quali Come un romanzo (1997), Il razzismo spiegato a Lucia (1999), Abbecedario (2001).
Nel 2004 il Teatro dell’Archivolto, già riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come Teatro Stabile di Innovazione nel 2000, ottiene la qualifica di Teatro Stabile Privato e all’interno della cornice di Genova Capitale Europea presenta il progetto I Nobel a teatro, con allestimenti tratti dalle opere di Gabriel Garcia Marquez, Rigoberta Menchù, Derek Walcott e José Saramago e conferenze con gli autori stessi.
Le contaminazioni letterarie rimangono una costante all’interno del lavoro di Giorgio Galllione. Tra i tanti scrittori con cui si confronta ricordiamo Luis Sepulveda (Il mondo alla fine del mondo con Giorgio Scaramuzzino, 2007), Roddy Doyle (La donna che sbatteva nelle porte, con Marina Massironi, 2011), Darina Al-Joundi (Quando Nina Simone ha smesso di cantare, con Valentina Lodovini, 2013), Niccolò Ammaniti (Apocalisse con Ugo Dighero, 2014). Sotto la direzione artistica di Gallione l’Archivolto esplora con particolare attenzione anche il mondo di Giorgio Gaber (da ricordare il grande successo di Un certo signor G con Neri Marcorè, 2007) e quello di Fabrizio De André, da La buona novella, spettacolo tributo del 2000 a Spoon River (2009), dove attori e danzatori (con le coreografie di Giovanni Di Cicco) fanno rivivere i personaggi creati da Edgar Lee Masters sulle canzoni dell’album Non al denaro, non all’amore, né al cielo. Le canzoni di Faber accompagnano anche PapaGallo, dedicato a Don Gallo, con Simonetta Guarino, Rosanna Naddeo e Barbara Moselli, e incrociano la rabbia di Pier Paolo Pasolini in Quello che non ho, protagonista Neri Marcorè.
Nel 2016 il Teatro dell’Archivolto, che ha all’attivo oltre 130 spettacoli e 20 stagioni al Teatro Gustavo Modena, festeggia il suo trentennale. Nel 2017 presenta una stagione congiunta con il Teatro Stabile di Genova, ultima fase di un complesso processo guidato da Pina Rando e Angelo Pastore. Il 1° gennaio 2018, grazie alla collaborazione di Comune di Genova, Regione Liguria, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e al sostegno della Compagnia di San Paolo, le due strutture si uniscono ufficialmente, dando vita a quello che oggi è il Teatro Nazionale di Genova.
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