The Second Time

Festival dell’Eccellenza al Femminile XIX edizione IDENTITÀ

Sembra davvero si tratti di un lungo, articolato, implacabile flusso di coscienza, questa “trilogia della vittima” che Simona Semenič propone per la prima volta in Italia. The Second Time, che ha debuttato nel 2014, è infatti il secondo capitolo della Victim Trilogy composta da testi dalla grande forza espressiva (c’è anche una tappa intermedia con 43 Happy Ends, sempre del 2014). Dove finisce il primo assolo, I, the Victim, inizia il secondo. Letteralmente. “Let me smoke”, è l’ultima battuta della performance I, the Victim, nonché la prima con cui si apre The Second Time. quasi fosse il riprendere le fila di un discorso interrotto troppo presto. Anche qui Semenič dà sfogo alla sua attitudine ad affrontare temi tabù, portando in teatro problematiche concrete, umanissime, reali quali l’enuresi notturna e l’herpes genitale.

Nel suo narrare che si fa vita in scena, Simona Semenič racconta gli ultimi anni in cui ha dovuto affrontare l’aggravarsi della sua epilessia e – forse soprattutto – in cui si è dovuta confrontare con il sistema sanitario, specchio di una società e di una mentalità tossiche.

Attenta alle dinamiche storico-politiche della vita sociale, Semenič, nelle opere successive, si è confrontata con le dinamiche di amicizia e di coppia, con i pregiudizi e le ossessioni, con l’ingiustizia nella società globalizzata, la lotta partigiana, il desiderio sessuale e molto altro, ma ponendo sempre al centro della sua indagine la condizione della donna nella società, anche evocando figure storiche come Camille Claudel e Virginia Woolf. Ma in The Second Time al centro dell’indagine c’è lei, Simona, una donna che si narra, senza sconti.

Durata dello spettacolo: 50 minuti.