Teatro di guerra. O teatro in tempo di guerra. Questo gioco di parole potrebbe svelare la vicenda narrata dal siriano Wael Qadour in La confessione. L’autore sembra chiedersi (e chiedere al pubblico) se si può continuare a fare teatro sotto le bombe, in mezzo alle macerie o alla violenza. Si tratta, insomma, di domandarci quanto e come il “contesto” determini il “testo”, quanto la follia della guerra possa mutare le persone, quanto tutto quello che c’è intorno cambi il senso stesso delle parole più semplici.
Qadour immagina una situazione certo non facile. In una casa di qualche periferia siriana si intrecciano le esistenze di cinque persone: un soldato di leva, un regista teatrale, un ufficiale dell’esercito in pensione, un’attrice e un attore. Una quotidianità apparentemente impossibile, la loro, tra disperata sopravvivenza e voglia di fuga. Ma in quella “disperata vitalità”, dal sapore forse pasoliniano nella sua marginalità, ecco emergere la poesia del teatro.
Sta a loro, a quei cinque personaggi, nonostante tutto, dire le parole di un testo come La morte e la fanciulla di Ariel Dorfman o La conchiglia del contemporaneo Mustafā Khalīfa. È l’eterno gioco della vita e del teatro, dunque: ma qui la vita preme in tutta la sua inconcepibile violenza.
Il siriano Wael Qadour (Damasco, 1981) è autore, drammaturgo e regista. Dopo gli studi all’Istituto superiore di arti drammatiche di Damasco, è stato costretto a lasciare il suo paese e a trovare rifugio in Francia. Qui ha naturalmente continuato a scrivere per il teatro, mantenendo sempre alta l’attenzione alle dinamiche della vita privata, intima, dei suoi personaggi, sempre però calati in una realtà di evidente asprezza. In Francia Qadour collabora anche con il sito ARCP (Cultural Policy in the Arab World) per declinare il suo impegno intellettuale anche in questa piattaforma che si dedica all’incontro tra culture. Nel 2019 il suo teatro, oltre che a Genova sarà presente anche al Napoli Teatro Festival, dove va in scena Chroniques d’une ville, storia di una giovane donna che si suicida durante il conflitto siriano. Forte di studi classici, Qadour non fa mistero di guardare alla grande lezione della tragedia greca, come pure al teatro politico di Brecht, Sartre, Genet e Dario Fo. La confessione ha passato fasi diverse di lavorazione: a una prima stesura del 2013 hanno fatto seguito altre rielaborazioni e diverse presentazioni in progress, a partire dal 2016 al Festival di Grenoble, poi a Limoges e al ResidenzTheatre di Monaco di Baviera. Il debutto è avvenuto a Beirut nel maggio 2018, con la regia di Abdullah Alkafri.
Rappresentazioni serali ore 20.30, giovedì ore 19.30, domenica e lunedì riposo.
Posto unico € 6 – 5 spettacoli € 15
Produzione
TEATRO NAZIONALE DI GENOVA
Regia
Simone Toni
Interpreti
Andreapietro Anselmi, Melania Genna, Aldo Ottobrino, Roberto Serpi, Kabir Tavani
Versione italiana
Daniela Potenza
Sede legale
piazza Borgo Pila 42, 16129 Genova
010 53421
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