L’importante è che ci sia qualcuno: Vaduccia

Festival dell’Eccellenza al Femminile XIX edizione IDENTITÀ

Un racconto surreale, nella visionarietà scenica e attorale della storica compagnia Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa. È la storia di un ritorno alla vita, proprio quando si stanno chiudendo le sue porte.

In questo monologo tratto dal bellissimo romanzo L’amante di Abraham B. Yehoshua, la novantasettenne ebrea Vaduccia racconta il suo lento risveglio da una malattia che l’ha intorpidita e privata di ogni consapevolezza vitale. Il suo è un percorso alla ri-scoperta di sé: da “pietra che agonizza”, così si definisce, Vaduccia torna ad essere vegetale e poi, ancora, animale. Sospesa tra il ricordo troppo vivido di un tempo passato e il tentativo di riappropriarsi di un tempo non vissuto, la donna immersa nel dolore fronteggia la sua inadeguatezza alla vita associando alla rinascita una fioritura sentimentale. È l’inaspettato incontro con un giovane arabo, dapprima un “nemico” ai suoi occhi, a fornire l’occasione per abbandonarsi ad un ultimo, estremo atto di riscatto dalla solitudine per rimanere attaccata alla vita.

Scrive il regista Marco Isidori, presentando il lavoro: «Questa vicenda, la lingua soprattutto con la quale viene tramata (lingua vorticosamente ritmica, lingua puntualmente oggettiva e nello stesso tempo diabolicamente simbolica) ci ha portato verso la realizzazione di uno spettacolo dove la performance dell’attrice, una straordinaria Maria Luisa Abate, s’avvita con fatale inesorabilità, in un parossismo non solo interpretativo, ma anche “fonico”, andando verso quella “compiutezza” teatrale, che è stata, e che ancora vogliamo continui ad essere, uno dei cardini della ricerca scenica dei Marcido».

Durata dello spettacolo: 65 minuti.