Paolo Fresu, tra i più grandi jazzisti al mondo, parlando di kind of Miles, l’omaggio tutto teatrale che ha voluto dedicare al grande Miles Davis, scrive: «Quanto vale un mito? Ma soprattutto cosa lascia? È difficile individuarne di nuovi. I miti attuali nascono e muoiono con la stessa velocità del mondo contemporaneo: si accendono come una cometa che lascia una scia luminosa e poi si spegne nel nulla. “Mitico” è qualcuno che fa qualcosa di speciale, che esce da un ordinario universalmente riconosciuto. Basta dunque un attimo per generarlo: un gesto, una parola amplificata da internet o dalla televisione. Neanche più i giornali o i libri ma la rete del “cotto e mangiato” subito. Sentito e dimenticato, almeno in musica.
Concettualmente il mito nella storia è legato a un passato remoto che ha a che fare con la conoscenza e il linguaggio, ancor prima che con il rito. Con il pathos e la poesia che scaturisce dall’anima e vaga in un Mediterraneo più vasto del nostro, laddove l’afflato del soffio e della voce ne amplifica le gesta rendendolo alla storia in uno sbalzo temporale che annulla le distanze e dilata il tempo. È quel che ha fatto Miles Davis nel Novecento: un artista mitico per antonomasia.
L’ha fatto lasciando a noi del presente non solo un’icona, ma un soffio che è carezza e graffio. Un uomo capace di raccontare una storia recente che va aldilà del jazz e della musica e la cui personalità marcata appare non solo attraverso la sua tromba ma anche nel viso scavato degli ultimi anni, negli occhi profondi che inchiodano lo sguardo e nelle mani rugose che hanno toccato il cuore. Mani scure che disegnano il pianeta attraverso un reticolo di linee che navigano tra gli oceani, tra l’Africa e il mondo».
In questo kind of Miles diretto da Andrea Bernard, Paolo Fresu e la sua tromba sono accompagnati da un ensemble di sette elementi e dai video di Marco Usuelli.
Durata dello spettacolo: 75 minuti.
Produzione
Teatro Stabile di Bolzano
Regia
Andrea Bernard
Interpreti
Paolo Fresu tromba, flicorno e multi-effetti
e con Bebo Ferra chitarra elettrica
Christian Meyer batteria
Dino Rubino pianoforte e Fender Rhodes
Federico Malaman basso elettrico
Filippo Vignato trombone, multieffetti, synth
Marco Bardoscia contrabbasso
Stefano Bagnoli batteria
New media artist
Marco Usuelli, Alexandre Cayuela
Costumi
Elena Beccaro
Disegno luci
Marco Alba
Sede legale
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