Un testo aspro e convincente, un racconto capace di affondare come una lama affilata dentro le contraddizioni del benessere occidentale: questo è Bashir Lazhar, testo scritto nel 2002 ma che nulla ha perso in forza ed efficacia. Carico di amarezza e ironia, di cinica consapevolezza e disperata rassegnazione, il monologo mette al centro della narrazione la storia di un docente, un professore chiamato a sostituire una collega, Martine Lachance (l’insegnante “di ruolo” diremmo in Italia), in seguito ad un avvenimento inaspettato e tragico.
Il nome del supplente è, appunto, Bashir Lazhar; l’uomo si rivela timido e sensibile. Eppure ha qualcosa che non va, che stride: il suo passato, che torna a squarci potenti deflagrando il flusso del racconto, e quel nome, che evoca un’origine lontana, complicata da gestire anche nel tollerante Québec. Si tratta, allora, di confrontarsi con il mondo, con la realtà, con il dramma che ciascuno porta in sé. Bashir è in esilio, è un rifugiato, uno straniero: nessuno conosce il suo terribile passato. Come potrà confrontarsi con questi bambini e come potrà affrontare le difficoltà di una vita nuova?
Bashir Lazhar è un’opera che si svela lentamente, fatta di piccole tessere che compongono un mosaico complesso, un gioco di scatole cinesi al contrario: dalla più piccola e insignificante, se ne apre una più grande e complessa. E così in questo lavoro dalla trama apparentemente semplice si parla di amore, di educazione, di pedagogia, di migrazione, di infanzia, di dolore, di perdita, di giustizia, di guerra… Trasposto al cinema nel 2011 con il titolo di Monsieur Lazhar, è stato il candidato canadese all’Oscar come miglior film straniero.
Evelyne de la Chenelière (Montreal, 1975) è elegante e brava attrice così come intensa e acuta autrice: il suo primo testo, Personnages secondaires, risale al 1997 e già rivelava l’attenzione per quei microcosmi, per le piccole storie, che si infrangono dentro e contro il macrocosmo, la grande Storia. Considerata tra le più importanti drammaturghe del Québec, molto apprezzata nella scena francese, Evelyne de la Chenelière ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti. Tradotta in Italia da Fabio Regattin per Editoria&Spettacolo, che ha pubblicato un volume con tre testi, Evelyne de la Chenelière si conferma dunque scrittrice di grande sensibilità. A distanza di quasi venti anni dal debutto, Bashir Lazhar brucia ancora di amara verità.
Rappresentazioni serali ore 20.30, giovedì ore 19.30, domenica e lunedì riposo.
Posto unico € 6 – 5 spettacoli € 15
Produzione
TEATRO NAZIONALE DI GENOVA
Regia
Sara Thaiz Bozano
Interprete
Fabrizio Matteini
Versione italiana
Fabio Regattin
Assistente alla regia
Valentina Favella
Scene e costumi
Anna Varaldo
Progetto musicale
Federico Pitto con le voci di Sonia Convertini, Mirko Iurlaro, Marco Rivolta
Sede legale
piazza Borgo Pila 42, 16129 Genova
010 53421
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