Prima nazionale della nuova produzione diretta da Giorgina Pi
Giorgina Pi, dopo un lungo lavoro sulla riscrittura del mito, che ha portato a spettacoli già applauditi a Genova come Tiresias, Lemnos e Pilade, sceglie ora Roberto Zucco, ultimo testo di Bernard-Marie Koltès, ispirato a una storia criminale realmente accaduta: quella di Roberto Succo, che dopo aver barbaramente ucciso i genitori evase dal carcere verso la Francia e, nonostante fosse inseguito dalla polizia di tre stati, compì una serie di altri crimini, prima di venire nuovamente catturato e morire suicida in carcere, a soli 26 anni nel 1988.
Insieme al suo gruppo creativo, il collettivo Bluemotion, la regista, che ha iniziato a collaborare con il Teatro Nazionale di Genova in occasione del G8 Project, conferma la sua visione politica, restituendoci un testo che ha al suo centro il tema della diffusione della violenza, veloce e inesorabile. In particolare, quella di classe e quella domestica, fino a quella sulle donne e, in ultimo, verso sé stessi.
In scena un cast multiforme composto da Valentino Mannias, nel ruolo di Roberto Zucco, e Andrea Argentieri, Flavia Bakiu, Monica Demuru, Gaia Insenga, Giampiero Judica, Dimitrios Papavasilìu, Aurora Peres, Alessandro Riceci, Kevin Manuel Rubino, Alexia Sarantopoulou.
«Per me – afferma Giorgina Pi – questa storia di quasi quarant’anni fa rispecchia il nostro tempo. Dopo Pilade, Lemnos e Tiresias scelgo Roberto Zucco nel desiderio di leggere un dramma attraverso gli occhi di un eroe negativo. E voglio farlo con Bernard-Marie Koltès, che considero uno dei più grandi tragici contemporanei. Portare in scena il male, l’indifendibile e, oltre ogni morale, quello che l’autore mette sullo sfondo dal primo all’ultimo verso: il rischio di affacciarsi sul mondo per l’ultima volta, compresa la sua attrazione per questo assassino feroce. Un racconto che corre inesorabile verso la morte, in cui nessun personaggio è salvo.
Ho scelto questo testo perché con la mia compagnia desideravo incontrare Koltès in un lavoro d’insieme. La sua è una vita fervente e inarrestabile e Roberto Zucco è popolato dai corpi e dalle esistenze che l’hanno sempre abbagliato. Gli ultimi, le reiette, le notti inconsolabili dove la disperazione si fa violenza e carnalità. Luoghi reali e simbolici, asfittici bassifondi, cucine, motel dove gli uomini sono predatori e le donne inventano modi per difendersi. Non c’è retorica. Roberto Zucco è un gioco tagliente che sembra dirci quanto è potente e doloroso vivere quando non si ha più nulla da perdere».
Roberto Zucco fu pubblicato postumo e venne presentato, prima in lingua tedesca, alla Schaubühne di Berlino nell’aprile del 1990 da Peter Stein e poi in versione radiodramma da France-Culture, lo stesso anno, nella rielaborazione di Catherine Lemire. Fu presentato per la prima volta in Italia, nel 1992, dallo Stabile di Genova nella versione a cura di Marco Sciaccaluga (nel cast, tra gli altri Franco Branciaroli, Anna Bonaiuto, Sara Bertelà, Bruna Rossi e Ugo Maria Morosi).
L’attuale messa in scena a cura di Giorgina Pi torna a rappresentarne tutta l’irrequieta potenza e attualità
Dopo Genova, lo spettacolo sarà a
Milano – Teatro Elfo Puccini dal 12 al 17 novembre
Prato – Fabbricone dal 21 al 24 novembre
25 ottobre 2024