Un ricordo della “Divina” nel centenario della scomparsa
Cento anni fa, esattamente il 21 aprile 1924, a Pittsburgh in Pennsylvania, moriva Eleonora Duse. Era negli Stati Uniti per una delle sue tante tournée. Lei, attrice conosciuta e amata ovunque…
La chiamavano Divina. Per il critico Silvio d’Amico, la Duse era «lo spirito, la sua arte era un fenomeno religioso. Qualche cosa di divino era nella sua voce».
Artista da sempre girovaga, eternamente inquieta, donna impegnata, attivista, manager e amministratrice ante litteram, proto-regista di sé stessa e della sua compagnia, star assoluta, Eleonora Duse ha segnato la storia del teatro. Oggi la ricordiamo non per semplice formalità, ma perché Eleonora – collega, amica, maestra – è qui, ancora tra noi, sul palcoscenico di questo nostro teatro, a lei intitolato, come su quelli di tutto il mondo. La grande lezione delle attrici e degli attori del passato non svanisce con la loro morte. Anzi rimane, più forte che mai: da duemila e cinquecento anni, siamo in scena, viviamo e facciamo vivere ogni spettacolo, sera dopo sera, assieme a voi spettatori e spettatrici.
Eleonora Duse si inchina al suo pubblico, come noi, oggi, ci inchiniamo a voi, stretti in un abbraccio che è la storia del teatro.
Grazie Eleonora, per te ancora un applauso.