Call per laboratorio teatrale di Fausto Paravidino

Presso la Sala Mercato del Teatro Nazionale di Genova

Il Teatro Nazionale di Genova indice una call per un laboratorio politico teatrale finalizzato alla produzione di uno spettacolo sui 20 anni successivi al G8 del 2001. Lo spettacolo sarà presentato a Genova nell’ottobre 2021.
Il laboratorio sarà condotto da Fausto Paravidino e aperto a tutti fino ad un massimo di 40 persone.
Le domande dovranno pervenire entro il 22 giugno all’indirizzo mail produzione@teatronazionalegenova.it., allegando il proprio curriculum.
Il laboratorio si svolgerà nei giorni 28, 29 e 30 giugno presso la Sala Mercato del Teatro Nazionale di Genova dalle ore 10 alle 19.

«Vent’anni dopo la battaglia di Genova cosa dobbiamo dirci? Non mi interessa (più) la ricostruzione di come sono andate le cose: credo che quello che si poteva fare in quella direzione sia stato fatto, né, naturalmente, allestire un teatro della memoria. Mi interessa piuttosto guardare i vent’anni successivi, guardare il dopo Genova. E mi interesserebbe guardare non gli strascichi che quel tragico G8 ha avuto, ma quelli che non ha avuto: il modo in cui il mondo non è cambiato. “Un mondo diverso è possibile”. Non lo fu. Quale mondo si è realizzato invece?
Questo laboratorio è uno studio che potrebbe partire dalla domanda: “Cosa non si può non dire sui vent’anni successivi al G8 del 2001?”, come un gioco serio a tracciare un bilancio di questo ventennio come se quello che è successo poi derivasse da lì. E forse un po’ così è.

Il laboratorio è gratuito e aperto a tutti: a gente che fa o si interessa di teatro, politica, società.
È aperto ad un massimo di quaranta persone.

A me sta la responsabilità di fare in modo che non sia noioso. A noi tutti quella di renderlo un momento per noi utile e interessante.

Chiedo a chi vorrà partecipare di preparare una “cosa” di (massimo) tre minuti su quello che è successo negli ultimi vent’anni.  Può essere un pensiero, una scena, una canzone, una danza, un’azione: qualcosa che non sia necessariamente teatro ma che un teatro possa contenere».

Fausto Paravidino