La commedia di Mike Bartlett (classe 1980), nata come un breve dramma radiofonico intitolato Love Contract, è stata vista per la prima volta alla Royal Court di Londra nel 2008. Bartlett è un drammaturgo, sceneggiatore e produttore televisivo britannico, più volte premiato con il Laurence Olivier Award.
Contrazioni, restringimento, fusione, crampo, doglia. Di lunga durata, di breve durata. Uno stop, un’apnea.
La drammaturgia di Bartlett ci porta in una strada stretta, sempre più stretta. Univoca.
Due donne, da una parte il persecutore, dall’altra la vittima. Da una parte il potere, la manager, il capo, dall’altra il soggetto controllato, l’impiegata, la sotto-posta.
Le scene sono scene brevi, contratte appunto. Molto simili tra loro.
La loro struttura è composta da saluti, domande generiche, domande specifiche, raccomandazioni, saluti. Ma è un ciclo di violenza psicologica quello che si crea, una spirale di costrizioni, di contrazioni, appunto. Contrazioni di controllo per la manager, della vita per Emma. Ogni incontro segna un nuovo giro dentro questo avvolgimento di mobbing. Ogni incontro fa più male. La contrazione è più forte, la posta in gioco si alza, e l’indipendenza, l’autenticità di Emma diventano asservimento pur di non perdere il lavoro. Il tempo che Bartlett segna con spazi vuoti, il tempo che passa nei silenzi fra le due si fa sempre più carico della tensione tra le due, narcisistica una, obbligata l’altra.
traduzione Monica Capuani
regia Mercedes Martini
con Lisa Galantini, Eva Cambiale
progetto suono Andrea Nicolini
fonico Lorenzo Sale