I creditori è stato scritto nello stesso anno de La signorina Julie (1888) e fa parte, insieme con La più forte, di un trittico che inaugura il Dagmar Teatret, nato come teatro sperimentale scandinavo sul modello del Theatre Libre, che si prefiggeva lo svecchiamento della scena tradizionale.
Adolf, giovane artista di successo, incontra il più maturo e misterioso Gustav, che inizia a fargli domande sulla sua compagna Tekla, instillandogli dubbi destinati a distruggere la loro relazione. Gustav, che si rivelerà essere l’ex marito lasciato da Tekla, troverà la sua vendetta approfittando della debolezza di Adolf e della sua rabbia repressa.
La struttura potrebbe sembrare quella del classico triangolo borghese, ma Strindberg è lontanissimo dal naturalismo. Il suo è un dramma della crudeltà, dello scontro violento tra vittime, impastato di contraddizioni e tensioni: senza mezzi termini, affronta la questione di chi in una relazione è più forte o più debole, e scandaglia la paura dell’uomo di essere sfruttato dalla donna.
Lo spazio scenico nell’opera del drammaturgo svedese diventa mentale e simbolico: qui agiscono i tre protagonisti del dramma, che sembrano essere figure di un affresco cupo sulla relazione tra maschile e femminile che, nello sguardo di Strindberg, diventa spietato e inconciliabile.
«Durante le prove – afferma Veronica Cruciani – mi ha colpito il fatto che la mia comprensione dell’opera si localizzasse nel corpo. Guardare I creditori significa essere colpiti, pungolati nelle proprie ferite. E facendole emergere, queste ferite, si può iniziare a guarire. Questo testo, che per l’epoca è incredibilmente progressista, pone alcune domande che probabilmente sono più importanti oggi di quanto non lo siano mai state, continene una prospettiva rilevante su quale sia il ruolo del matrimonio nella vita di una donna e su come facciano le donne a raggiungere la libertà.
I creditori è uno spettacolo rapido e incalzante, un gioco crudele dal forte contenuto espressionistico e simbolico. Nella messa in scena la dimensione che ho voluto incoraggiare è stata quella visionaria e onirica, pensando al personaggio di Gustav come una parte interna di Adolf, che richiama la sua rabbia e il desiderio di vendetta. Ognuno di noi rischia di avere relazioni distruttive quando abusa del proprio potere e perde la capacità di empatia verso l’altro».
Durata dello spettacolo: 1 ora e 30 minuti.
TOURNÉE 2023 / 24:
4 – 7 aprile, PRATO Teatro Metastasio
Produzione
Teatro Nazionale di Genova, Teatro Metastasio di Prato
Traduzione
Maria Valeria D’Avino e Katia De Marco
Adattamento e regia
Veronica Cruciani
Interpreti
Viola Graziosi, Rosario Lisma e Graziano Piazza
Scene
Anna Varaldo
Costumi
Erika Carretta
Drammaturgia sonora
John Cascone
Movement coach
Marta Ciappina
Luci
Gianni Staropoli
Assistente alla regia
Maria Teresa Berardelli
Assistente volontaria alle scene
Irene Soddu
Cast tecnico
direttrice di scena Desirée Tesoro
macchinista Nathan Copello
fonico Edoardo Ambrosio
elettricista Claudio Amadei
sarta Cristina Bandini
Sede legale
piazza Borgo Pila 42, 16129 Genova
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