Boston Marriage

Stati Uniti, fine Ottocento, un salotto, due dame e una cameriera. Tutto fa pensare a una trama convenzionale, un incontro tra amiche, ma alla forma non corrisponde la sostanza: nella conversazione dal vocabolario ricercato fioccano volgarità e si scopre che le due sono state un tempo una coppia molto affiatata.

L’espressione “Boston Marriage”, infatti, era in uso nel New England a cavallo tra il XIX e il XX secolo per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti da uomini. David Mamet, uno dei giganti della drammaturgia e della sceneggiatura contemporanea americana, ha scritto questo irriverente testo nel 1999 e sembra per un attimo aver preso una distanza rispetto alla complessità oscura delle sue opere, per giocare con i ritmi della commedia classica, guardando forse a certe opere di Tennessee Williams, ma soprattutto a The Importance of Being Earnest di Oscar Wilde.

Scrive il regista, Giorgio Sangati: «È una prova per grandissime attrici come Maria Paiato e Mariangela Granelli, vere e proprie funambole della parola e dell’emozione che giocheranno insieme a Ludovica D’Auria questa bizzarra partita all’ultimo sangue per smascherare ogni convenzione riguardo l’Amore». D’accordo la critica: per Guido Valdini, su Repubblica, si tratta di «un pantagruelico contenitore di vanità e di crudele cinismo, un trionfale congegno di ipocrite falsità, un autoironico scoppiettare di chiacchiere ammantate di enfasi neoromantica che, nella felice traduzione di Masolino d’Amico, riempiono un salotto vittoriano lasciando un sublime abisso di vuoto».

In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di A3 Artists Agency.

Durata dello spettacolo: 1 ora e 45 senza intervallo.